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restare di fronte alla realtà

  • Immagine del redattore: Simone Ferri
    Simone Ferri
  • 9 set
  • Tempo di lettura: 3 min

Settembre porta sempre con sé un’aria di ripartenza. Dopo l’estate, con i suoi ritmi più lenti e i momenti di pausa, torniamo al flusso delle nostre giornate, spesso con una sensazione di nuovo inizio.

È un tempo che ci invita a fare spazio: lasciare andare ciò che non serve più e riprendere con maggiore consapevolezza ciò che conta davvero.

Negli ultimi giorni sto riflettendo molto sul tema della forza interiore.Capita spesso di accorgerci di quanto stavamo bene solo quando qualcosa viene a mancare. Una malattia, una delusione, una perdita o semplicemente un imprevisto: all’improvviso sentiamo lo scarto tra ciò che avevamo e ciò che non c’è più.

E in quella mancanza ci sentiamo deboli, vulnerabili.


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Alcuni giorni fa', a una festa di quartiere (sì, a Milano ci sono le feste di quartiere), ho incontrato una ragazza non vedente con il suo cane guida. Mi ha raccontato che era indecisa se uscire di casa, perchè non aveva trovato nessuno, tra gli amici, che potesse accompagnarla, ma non si è arresa: ha deciso di uscire lo stesso, di stare nel mondo, di esserci. L’ho osservata muoversi con coraggio tra la gente, con la sua energia calma ma determinata.Mi ha fatto riflettere: lei, che vive una condizione che giudicheremmo limitante, ha trovato tutta la forza per non rinunciare a vivere il suo bisogno di partecipare. È stata una lezione silenziosa, ma molto potente.

Quante volte abbiamo dato spazio alla mente allargando piccoli problemi e facendoli diventare, ossessivamente, "il problema".

 

E subito mi sono tornati alla mente i giorni del mio viaggio tra Perù e Bolivia.Un mondo diverso dal nostro, più essenziale, meno basato sull’accumulo. Un mondo che a volte ti spoglia delle comodità a cui sei abituato, e proprio per questo ti mette davanti a te stesso.

Una delle esperienze più forti è stata dormire a oltre 5.000 metri, in un rifugio al confine con il Cile. Nessun riscaldamento, elettricità limitata a qualche ora al giorno, l’aria rarefatta che ti toglie il fiato, un freddo che entrava nelle ossa. Solo un piccolo generatore a carburante da usare con parsimonia.


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Mi sentivo nella mancanza, il giudizio interno quando si fa resistenza nei confronti del monto, origina disagio.


Poi l'abbandonarsi a quella realtà, accettare di essere lì, lasciare andare il senso di confort a cui siamo abituati, mi ha permesso di vivere il momento e di godere di quell'esperienza che rimarrà unica: un bagno nelle terme naturali a 40 gradi sotto un cielo stellato che copriva l'intero orizzonte e il contrasto con il freddo dei -15 gradi appena uscito. Un asciugamano e una piccola stanza l'unico confort possibile.


La mattina seguente (ndr: mi sono svegliato con nausea e mal di testa), ho visto gli abitanti cercare di riparare il generatore: era la loro unica fonte di energia, e il villaggio più vicino era a centinaia di chilometri, lungo strade sterrate e infinite.

In quel momento ho compreso quanto fosse fragile il mio senso di sicurezza, e quanto invece loro avessero imparato ad affidarsi a ciò che avevano, a una forza che veniva da dentro, più che da fuori.


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Sono momenti che ti riportano a una verità semplice, ma che solo attraverso l'esperienza può essere integrata:

l’unica certezza che abbiamo davvero è la nostra centratura interiore.

Non quello che ci circonda,

non quello che possediamo,

ma il modo in cui sappiamo stare di fronte alla realtà, con coraggio e presenza.


Ho scelto questo tema come cuore del prossimo workshop di Flow,

dal 3 al 5 ottobre al Albagnano: un tempo dedicato al rilassamento della mente e alla scoperta di quella forza che nasce dentro di noi.

Faremo esperienza nella meravigliosa cornice del Healing Meditation Centre, un luogo di pace e rilassamento, con una cucina sana, vegetale ed a km0.


Sarà un fine settimana per respirare, lasciare andare, ritrovare stabilità e fiducia in sé stessi, anche quando fuori ci sembra di avere poco.


Perché la verità è che abbiamo sempre una risorsa preziosa: il nostro centro interiore.



Simone



 
 
 

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