I LOVE SERIES
- GIULIO MANICARDI
- 4 apr
- Tempo di lettura: 2 min
Aggiornamento: 14 apr
di Giulio Manicardi | regista, esperto cinematografico e sperimentatore artistico
In colpevole ritardo, complici finalmente un paio di serate libere, ho finalmente recuperato la serie “Dieci capodanni” (disponibile su RaiPlay), uno dei bei casi televisivi che hanno invaso le mie bacheche social nelle ultime settimane ma su cui non ero ancora riuscito a mettere gli occhi.
Un po’ la risposta spagnola al nostro bellissimo ma un purtroppo dimenticato “Dieci inverni” di Valerio Mieli e sulla scia del più noto americano “One day” narra l’eterno rincorrersi di una coppia di trentenni nell’arco di dieci simboliche notti di capodanno. Avendo modo di seguire l’evoluzione delle vite dei due protagonisti nell’arco di dici anni, tra lavori prima precari e poi sicuri, amicizie e rapporti prima consolidati poi persi, mi trovo a pensare su quanto le serie siano sempre state in qualche modo il termometro delle nostre vite e sulle nostre relazioni.
Vi erano una volta i primi appuntamenti, i pilot, con quell’agitazione mista emozione del conoscersi la prima volta e restare, seppur per poco, da soli. Magari davanti ad una pizza o ad un gelato, un pomeriggio.
Ci si dà il tempo di conoscersi, giusto una puntata o due, per capire se i personaggi e la storia ci piacciano o meno.
Così ci si ritrova una volta alla settimana, stesso giorno e stessa ora, perché, come insegna la volpe del Piccolo Principe, è con l’abitudine e la costanza che ci si affeziona. Diventerà IL giorno di…!

Poi però la cosa piace e se ne vuole di più. Ecco allora due appuntamenti a settimana fino che il trovarsi diventa quotidiano. Si passa addirittura alla fascia serale!
Arriva l’estate e c’è la sfida delle vacanze da superare: mete diverse, amici differenti, altre cose da vedere, e ci si promette di ritrovarsi a settembre, all’inizio di una nuova stagione.
E quando si torna ci si ritrova ancor più carichi di prima. Con l’entrata di nuovi personaggi da presentare, nuove esperienze.
Poi però ci si inizia a vedere quando si vuole, giorni e ore non hanno più significato. Si mette in pausa e capita di non ritrovarsi per settimane intere.
Il filo selle storie si perde, iniziano a creasti buchi di trama e allora l’attenzione viene meno.
Si inizia a fare zapping. Si salta da una parte all’altra, cercando novità stimolanti in un mare infinito di proposte.
Ma la novità è la cosa più antica del mondo e così, nel girare, ci si ritrova a tornare dove si era lasciato.
Solo che il tempo è passato e ora occorre una registrazione per potersi vedere, e tutte puntate precedenti sono andate perse.
Ci saranno sicuramente nuove uscite, belle, brutte, diverse, “belle in modo diverso” come direbbe Freccia.
Qualcosa ci ricorderà quelle precedenti, tanto da sembrarci già visto, ma le daremo comunque il tempo di prenderci e, se lo farà, sperare in altre nuove stagioni.
E noi saremo lì, pronti a conoscere curiosi nuovi personaggi, nuove storie, quasi fosse la prima volta. I LOVE SERIES

Giulio è regista, esperto cinematografico e sperimentatore artistico. Da sempre affascinato dal potere trasformativo del cinema, esplora come le immagini sullo schermo influenzino e plasmino la nostra vita quotidiana. Collabora con con Flow con articoli e spunti di riflessione, offrendoci nuove chiavi di lettura per interpretare la realtà e il nostro rapporto con essa
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