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Coltivare il nostro giardino interiore

Carissimi,

gennaio è alle porte, e con esso un nuovo inizio.

Alcuni di voi saranno in vacanza, altri al lavoro, ma magari con un ritmo più lento rispetto alla solita routine. Io, in questo momento, mi trovo in viaggio tra UK e Scozia.



 


Come spesso accade in questo periodo dell’anno, molti di noi si trovano a riflettere sull'anno appena passato.

A volte il desiderio è di "buttare via" quello che non ha funzionato e sperare che il nuovo anno porti qualcosa di migliore.

È naturale, soprattutto considerando le difficoltà e le sfide che affrontiamo, sia a livello personale che globale.

Io, però, vorrei proporre una prospettiva diversa: invece di vedere la fine di un anno e l’inizio di uno nuovo come una netta separazione, pensiamo a questo passaggio come un proseguimento, un continuum in cui abbiamo l’opportunità di agire in modo nuovo.

 

Immagina la tua vita come un giardino:

  • Ci sono piantine che hai piantato negli anni passati, che stanno crescendo rigogliose. Magari rappresentano relazioni che si sono rafforzate, progetti personali o professionali che hanno preso forma, momenti di consapevolezza o piccoli passi di evoluzione personale. Io, per esempio, penso alle connessioni profonde create nei workshop, alle persone che ho incontrato, ai sorrisi, ai momenti di profonda evoluzione.

  • Poi ci sono le piantine che hai lasciato per un po’ senza cura. Sono quelle situazioni che hai messo da parte per preservare la tua energia o trovare un momento di quiete.

  • E infine, ci sono i rami secchi, quelle parti del giardino che non servono più e che magari disturbano la tua armonia. Tagliarli non significa rinunciare, ma creare spazio per una nuova evoluzione, per la nascita di qualcosa di nuovo.


Possiamo pensare ai semi da piantare per l’anno che sta iniziando.

Non si tratta solo di fissare obiettivi, ma di riflettere su ciò che può davvero portarci benessere e su come coltivarlo con amore e impegno.

Un seme per diventare pianta ha bisogno di tempo, di essere curato, di calore e dedizione. Non possiamo aspettarci una quercia in un giorno, ma possiamo prenderci cura di ogni piccolo passo, vivendo il processo con presenza.

 

Ricordo con affetto le parole del direttore del Centro Studi Terapia della Gestalt, Riccardo Zeerbetto, quanto ricordava a noi studenti, che per avere armonia rispetto a situazioni di disagio, "puoi provare a cambiare il mondo esterno, non sempre possibile, o puoi provare a cambiare te, attraverso accettazione o lasciando andare".

 

Ecco, coltivare il nostro giardino significa anche questo:

riconoscere ciò che serve davvero,

accettare ciò che non possiamo cambiare

e liberarci di ciò che ci appesantisce.

Facciamolo con dedizione,

tirando fuori i nostri bisogni e

condividendoli senza paura.

Viviamo questo nuovo anno come un’evoluzione.

Pensiamo che tutto parte da noi, che la vita ci porterà nuove sfide

e noi possiamo affrontarle con più presenza,

più connessione tra dentro e fuori,

più entusiasmo

e anche più silenzio.

 

Come in tecnica vocale si parla di "glissato", quel passaggio fluido tra una nota e l’altra, possiamo vedere la fine del 2024 e l’inizio del 2025 come un movimento continuo, dove creare nuovi spazi e sperimentare nuovi modi di crescere.

 

A chi ha lavorato con me, ricordo che abbiamo uno strumento prezioso: il diario di consapevolezza di Flow, un supporto per tenere traccia delle nostre evoluzioni, scoperte e piccoli passi avanti.

 

Vi auguro un inizio d’anno autentico e ricco di possibilità.

Con affetto,

Simone

 

Se vuoi, puoi scrivermi a

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